Destinazione India: a ognuno la sua geografia

Destinazione India: a ognuno la sua geografia

Destinazione India: a ognuno la sua geografia 640 414 Sonia Sgarella

29 stati federati; oltre 170 lingue diverse parlate; una superficie che si estende per più di tre milioni di kilometri quadrati; una popolazione di circa 1,2 miliardi di persone che venerano, si dice, 33 milioni di dei (senza considerare le minoranze religiose). Possiamo davvero parlare di un’unica India?

Di India ve ne sono a centinaia e altrettanti sono gli itinerari che noi, turisti e viaggiatori, possiamo scegliere di percorrere nel tentativo di conoscere uno dei paesi più vari al mondo, un masala (miscuglio) per eccellenza di culture e di etnie, di bellezze geografiche, artistiche e architettoniche.

Dalle vette himalayane del Nord alle coste oceaniche del Sud passando per deserti, altopiani e piantagioni di tè, colui che si presterà ad affrontare un viaggio in India verrà ripagato con immensa ricchezza. Culla di una cultura originaria così forte da impedire ogni processo di mutamento reale nonostante il frenetico tentativo di modernizzazione, l’India è un paese che trasuda storia di ogni epoca e che cela un’infinità di tesori da scoprire.

Dove andare dunque, quando, e soprattutto cosa visitare in questo mondo tutto nuovo? Un’analisi della geografia potrebbe aiutarci nella nostra scelta ma trattandosi di India non si può neanche parlare di un’unica geografia: in India esistono la geografia fisica, quella politica e quella umana, certo, ma esiste anche una geografia sacra, forse la più nota alla popolazione locale. Passarle in rassegna potrebbe darci qualche spunto ed ispirarci nella scelta di un possibile itinerario da seguire.

Geografia Fisica

Topography of India

L’India prende nome dal fiume Indo (Sindhu) che dal versante settentrionale dell’Himalaya risale verso Nord-Est attraverso il Kashmir per poi piegare bruscamente a Sud, attraverso l’odierno Pakistan, verso il Mare Arabico. Così come l’Italia è protetta a Nord dall’arco alpino, l’Himalaya, che nel suo punto settentrionale estremo si congiunge al Karakorum, costituisce per l’India uno scudo naturale contro i venti artici, proteggendo la penisola dal gelo e regalandole una temperatura media piuttosto mite che nella valle indo-gangetica difficilmente scenderà sotto i 10° centigradi in inverno mentre a sud rimarrà costante intorno ai 27°.

Le pianure indo-gangetiche, prodotti alluvionali della fascia montuosa settentrionale, insieme al grande Deserto del Thar – che si incunea tra queste formando un corridoio pianeggiante largo poche decine di kilometri – costituiscono la seconda fascia orizzontale in cui, dal punto di vista geografico e per comodità, è possibile suddividere il paese. Il Gange è alimentato da una serie di altri fiumi -provenienti anch’essi dalla fascia himalayana – tra cui i più importanti sono la Yamuna, il fiume che passa per Delhi, e il Brahmaputra che, confluendo nel Gange, va a formare il più grande delta del mondo, oggi diviso tra India e Bangladesh.

L’area dell’India che chiude a Sud la vallata gangetica rimane ancora oggi una delle più selvagge essendo caratterizzata dalla presenza di fitte foreste tropicali, habitat naturale dei grandi felini che abitano tutt’oggi il paese. Al di sotto del Tropico del Cancro, a segnare la cesura tra il Nord e il massiccio peninsulare a Sud, ovvero fra la seconda e la terza area geografica, si estendono le brulle catene dei Monti Vindhya e dei Monti Satpura tra i quali scorre da oriente verso occidente il fiume Narmada.

A Sud dei Satpura, oltre il fiume Tapti, si estende l’Altopiano del Deccan ad un’altitudine compresa fra i 300 e i 1000 metri con alcuni picchi che superano tuttavia i 1200 metri. Si tratta di un territorio prevalentemente arido nonostante la presenza di numerosi fiumi che ne solcano la superfice in direzione Ovest-Est seguendone la naturale inclinazione. Tali fiumi, tra cui i più importanti sono la Godavari e il Krishna, nascono dalla catena montuosa dei Ghat (“gradini”) Occidentali che delimitano l’altopiano a Ovest e, aprendosi un varco nei Ghat Orientali – che lo delimitano invece a Est – sfociano nel Golfo del Bengala.

I Ghat occidentali, in corrispondenza dei Monti Nilgiri che si trovano all’estremità sud della catena, possono raggiungere altezze di oltre 2600 metri e sono l’ambiente ideale per la coltivazione del tè. Il basso litorale costiero e la cuspide meridionale dell’India, irrigata dal fiume Kaveri e favorita dall’andamento delle piogge più abbondante, costituiscono invece una zona fertile molto più simile a una foresta tropicale, una delle migliori al mondo per la coltivazione delle spezie.

I venti che spirano dalle coste dell’Africa, caricati dell’acqua dell’Oceano Indiano e ostacolati dalla presenza dei Ghat Occidentali, si riversano infatti sulle coste Ovest della penisola durante i mesi estivi di giugno e luglio per poi proseguire il loro viaggio verso Nord-Est, intorno a Capo Comorin e risalendo il Golfo del Bengala. Bloccati questa volta dalla presenza dell’imponente Himalaya, scaricheranno sotto forma di grandi piogge sull’intera vallata gangetica prevalentemente nei mesi da agosto a ottobre.

Definito quindi il tipo di paesaggio che vorremmo trovarci di fronte agli occhi e stabilita la stagione in cui intendiamo visitare il paese, possiamo partire dalla geografia fisica per decidere il tipo di itinerario da affrontare.

Geografia Politica

Political Map of India

L’India, ufficialmente Repubblica dell’India, è composta da 29 stati federati (è del 2 giugno 2014 la notizia della nascita di un nuovo stato, il Telangana) e da 7 cosiddetti Territori dell’Unione (di cui fa parte anche il Territorio della Capitale), i primi aventi parlamenti e governi autonomi mentre i secondi direttamente dipendenti da Nuova Delhi.

La ripartizione politica degli stati è stata ufficializzata 9 anni dopo la dichiarazione d’indipendenza dell’India dal governo britannico (1947) per lo più su base linguistica, il che pone in evidenza differenze che riguardano anche altri aspetti culturali.

Una visita incentrata su un singolo stato ci darà la possibilità di approfondirne i caratteri particolari e di essere in grado di meglio metterli in raffronto con quelli degli stati la cui visita decideremo di relegare ad un altro momento.

Geografia Umana

Strettamente collegata alla geografia fisica, si intende quella disciplina che studia la distribuzione dell’uomo nello spazio e le relazioni tra l’uomo e l’ambiente. La presenza dei Monti Vindhya e dei Monti Satpura tra la piana gangetica e l’Altopiano del Deccan ha da sempre costituito un ostacolo allo spostamento di popoli, genti ed eserciti tanto che, ancora oggi, nel parlare di India del Nord e India del Sud ci si riferisce quasi a due mondi separati, diversi per origine e per evoluzione.

Se infatti gli stati del Nord sono abitati da popolazioni di origine indo-europea, provenienti dall’Asia centrale e insediatisi nel subcontinente a partire dal 1500 a.C., quelli del Sud sono abitati da una popolazione cosiddetta dravidica, ovvero autoctona. Questi ultimi, per lunghi secoli, sono rimasti protetti dalle invasioni islamiche che si sono invece ripetutamente riversate al Nord.

La maggior parte dei regni e degli imperi che hanno dominato la storia dell’India, sia a Nord che a Sud, sono in genere fioriti e si sono sviluppati intorno ad aree ecologicamente favorevoli all’insediamento umano, quali le vallate dei grandi fiumi, e lì hanno dato vita ad una produzione artistica e architettonica che trova nella diversa collocazione geografica il proprio carattere distintivo.

Si parla infatti di arte templare nagara (“cittadina”) al Nord, di arte dravida al Sud e di arte vesara (“ibrida”) nei luoghi di incontro tra le prime due. La presenza dei monsoni, inoltre, ha permesso lo sviluppo dei commerci via mare sfruttando la forza dei venti e il conseguente contatto con popolazioni esterne provenienti da oriente e occidente che, nel corso della storia, hanno lasciato la loro impronta sul territorio indiano.

Nella programmazione di un itinerario potremmo quindi decidere di andare a visitare i luoghi di insediamento delle varie dinastie, alla scoperta dei gioielli artistici e architettonici da queste commissionati nel corso dei secoli.

Geografia Sacra

Nel paese della spiritualità esistono dei percorsi, ben noti alla popolazione locale, che collegano per mezzo di linee immaginarie quei luoghi dove si ritiene che la divinità sia manifesta, luoghi quindi ritenuti particolarmente sacri dagli appartenenti alla religione di riferimento.

Spesso situati in prossimità dei corsi d’acqua per la funzione purificatrice che questa ricopre nella tradizione, si trovano sparsi per tutto il territorio nazionale, a volte anche a distanza di centinaia di kilometri l’uno dall’altro. Vi sono luoghi sacri agli hindu alcuni dei quali connessi alla divinità femminile (pitha) e altri invece connessi alle divinità maschili (tirtha).

Gli espedienti di connessione tra la divinità e questi luoghi sono scritti nei testi sacri e la tradizione vuole che il devoto che gli renda visita almeno una volta nella vita sia avvantaggiato lungo il percorso che lo condurrà  alla liberazione (moksha). Ma esistono anche i luoghi del Buddha, quelli sacri ai devoti musulmani o ai jainisti, così come esistono luoghi di ritiro collegati a personalità religiose del presente e del passato che, particolarmente frequentati dagli occidentali, possono costituire una meta unica per un soggiorno prolungato.

Percorrere uno di questi itinerari o semplicemente visitare uno di questi luoghi ci permetterà di entrare in contatto con l’essenza più spirituale dell’India, con l’anima più profonda di un paese che in questo campo  è detentore di una tradizione millenaria.

Seguiteci dunque nel nostro viaggio tra i luoghi dell’India più o meno noti che, per un motivo o per l’altro, vale la pena di visitare e troverete facilmente uno spunto per l’organizzazione della vostra prossima partenza. L’India, questo è certo, è un paese che non vi deluderà!

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Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina www.indiainout.com il 17 giugno 2014

(immagine tratta da voicemagazine.org)

  • Ciao, io e la mia compagna andremo in India del nord ad ottobre. Arriveremo a Delhi a metà ottobre e staremo fino ai primi di dicembre. Ci piacerebbe girare un po’ il Rajasthan, magari qualche trekking e poi fermarci a Varanasi. Il nostro sará un viaggio molto low cost, di scoperta e soprattutto in cerca di connessioni musicali, essendo musiciste. Avresti consigli su itinerari da fare nel Nord o su una guida da leggere prima del viaggio? Qualcuno consiglia Lonely Planet e altri la sconsigliano tu che ne pensi?

    • Sonia Sgarella 23 Luglio 2019 a 07:41

      Ciao! La lonely planet può essere certamente utile per le questioni pratiche circa gli spostamenti ma se volete qualcosa di più narrativo vi suggerisco quella della Polaris, India del Nord. Nel vostro itinerario, oltre alle mete più classiche del Rajasthan, non dimenticatevi di inserire Bundi, un piccolo gioiellino! Per questioni di musica sicuramente troverete pane per i vostri denti a Varanasi e probabilmente anche a Pushkar dove, per via dei tanti interessati, riuscirete sicuramente a trovare anche qualcuno che eventualmente vi spieghi ed insegni l’utilizzo di vari strumenti musicali locali. Altra meta legata alla musica (soprattutto per via dei Beatles) è Rishikesh ma onestamente la vedo un po’ troppo distante e non credo valga la pena di spingersi così in là. La musica comunque in India è nell’aria… Chiedete in loco per eventi e concerti e vedrete che qualcosa salterà sicuramente fuori! 🙂

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