California

USA: guida alla visita del Death Valley National Park

USA: guida alla visita del Death Valley National Park 2560 1920 Sonia Sgarella

Perfettamente incastonata tra quelle due catene montuose – il Panamint Range e l’ Amargosa Range – che raramente permettono alle nuvole cariche d’acqua di raggiungerla né tanto meno al calore di abbandonarla, e situata in prossimità di una faglia geologica che ne ha causato e che ancora ne causa lo sprofondamento sotto il livello del mare, la “Valle della Morte” è certamente uno tra i luoghi più caldi e asciutti della Terra nonché il punto più basso degli Stati Uniti.

“Valle della Morte”, un nome che evoca presentimenti negativi, desolazione, assenza di vita. Eppure qui la situazione pare essere completamente diversa: è risaputo infatti che proprio in questa valle e sui pendii delle montagne che la delimitano vivano oltre 900 specie di piante, adattatesi in vari modi alle condizioni ambientali più o meno aride nonché una miriade di animali selvatici di diverso tipo – prevalentemente notturni quelli che vivono nel deserto mentre gli animali più grandi dimorano nelle zone più elevate, dove il clima è più fresco e c’è più umidità.

Dalle distese salate sotto il livello del mare e dalle dune del deserto si passa quindi ai picchi più elevati, frequentemente coperti di neve, e sui cui pendii si incontrano boschi di ginepro, mogano e diverse varietà di pino: un mondo di grandi estremi dunque, dove a seconda della stagione il deserto si può far giardino, un mondo fatto di contrasti,  un parco sorprendente e variegato, nonché un museo geologico in continua evoluzione, completamente opposto a quello che il suo nome potrebbe far intendere.

L’appellativo “Death Valley” sembrerebbe derivare piuttosto da una frase pronunciata da un pioniere nel periodo della corsa all’oro il quale, riuscendo a sopravvivere alla traversata della valle stessa ringraziò dio per essere riuscito ad uscire da quella valle della morte!

Con questo articolo vi vorrei dare quante più informazioni possibili sul quando andare, come arrivare, dove alloggiare, cosa fare ma soprattutto come organizzare la visita tenendo bene a mente le regole e gli accorgimenti che in determinate situazioni vi potrebbero evitare grossi problemi. E’ fondamentale tenere a mente che la Death Valley è un territorio selvaggio di oltre 13.000 km2 dove, ahimè e ahi voi, potrebbe succedere di tutto, specialmente nei mesi più caldi dell’anno quando le temperature superano facilmente i 40°. In un territorio così vasto, qualunque sia la natura del vostro problema, i soccorsi non impiegheranno certo due minuti per raggiungervi.

Quando andare

Il Parco Nazionale può essere visitato durante tutto l’anno ma, a seconda della stagione, le condizioni si fanno più o meno favorevoli alla visita, soprattutto per quel che riguarda le escursioni a piedi. Mentre nei mesi invernali (da ottobre ad aprile) le temperature medie sono infatti ancora piacevoli o addirittura fredde, in estate si raggiungono temperature facilmente comprese tra i 40 e i 50 gradi che non solo potrebbero mettere a dura prova la vostra sopportazione fisica ma anche compromettere le funzionalità del vostro mezzo di trasporto. Un periodo particolare in cui visitare la Death Valley potrebbe essere quello primaverile quando, se le precipitazioni invernali sono state favorevoli, i fiori nativi trasformano il deserto in un immenso giardino.

Temperature medie Death Valley

Come arrivare

La Valle della Morte si trova esattamente a ridosso del confine tra California e Nevada, situata ad una distanza di circa 200 chilometri da Las Vegas, di circa 550 da Los Angeles e di quasi 850 da San Francisco. Non esattamente dietro l’angolo quindi ma proprio per la sua collocazione geografica, la Death Valley, costituisce uno dei maggiori crocevia sia per coloro che da Los Angeles si spostano a Las Vegas (e viceversa), sia per coloro che da San Francisco, via Yosemite, Kings Canyon e Sequoia National Park, cercano di raggiungere Las Vegas o Los Angeles.

Per/da Los Angeles

I modi per raggiungere la Death Valley da Los Angeles sono due:

– dalla I-15, via Baker, costeggiando quindi il confine superiore della Riserva Nazionale del  Mojave: a Baker imboccate la strada 127 fino a Shoshone e da lì svoltate a sinistra sulla 178, per fare così ingresso nel parco dalla sua estremità meridionale. Superato il Salsberry Pass a 1010 metri di altezza e il Jubilee Pass a 390, vi ritroverete quindi a guidare lungo il fondovalle, transitando per i luoghi simbolo del parco quali Badwater, Devil’s Golf Course e Artist Drive; in alternativa, è possibile proseguire oltre Shoshone, raggiungere Death Valley Junction e da lì svoltare a sinistra sulla 190, passare per Zabriskie Point e raggiungere Furnace Creek dopo 45 chilometri. Il viaggio da Los Angeles a Shoshone richiederà circa 4 ore (375 km).

– dalla 178, via Ridgecrest e Trona, proseguendo lungo la Panamint Valley Road fino al bivio per Panamint Springs. Da lì imboccare la 190, superate il Towne Pass a 1511 metri di altezza e proseguite in direzione di Stovepipe Wells. Se siete diretti a Las Vegas, onde evitare di ripercorrere la stessa strada due volte, direi che questa seconda opzione rappresenti la soluzione migliore: potrete infatti proseguire l’esplorazione della Death Valley fino a Shoshone, passando per tutti i punti di interesse turistico e da lì ricollegarvi con la I-15. Da Los Angeles a Panamint Springs la distanza è di 372 km, percorribili in circa 4 ore di viaggio.

Per/da Las Vegas

Per chi arriva da Las Vegas, l’accesso diretto sarà ad est del parco, dalla US95. All’altezza di Lathrop Wells scendete in direzione di Death Valley Junction e da lì prendete la 190 fino al Visitors Center di Furnace Creek; in alternativa proseguite lungo la US95 fino a Beatty da dove potrete imboccare la 374 in direzione di Stovepipe Wells. La distanza tra Las Vegas e Death Valley Junction è di 180 km mentre quella da Las Vegas a Beatty di 189.

20141112_110328

Per/dallo Yosemite National Park

Per chi proviene dallo Yosemite NP, la strada più immediata è quella che, superato il Tioga Pass, prosegue fino a Lone Pine (I-395). Da lì prendete la 136 in direzione di Panamint Springs. La distanza tra i due parchi è di circa 480 km.

Per/dal Sequoia National Park

Nonostante i due parchi siano pressoché vicini in linea d’aria la distanza da percorrere su strada supera decisamente tutte quelle elencate finora. Il percorso prevede infatti il passaggio per Bakersfield, Mojave e Ridgecrest, per un totale di oltre 500 km. Da Ridgecrest il percorso è lo stesso che da/per Los Angeles.

Ingresso al Parco

A differenza di altri parchi dove l’ingresso è ben segnalato e sbarrato, al Death Valley National Park si accede liberamente da ogni direzione. E’ richiesto che il biglietto d’entrata venga pagato all’interno di uno dei centri visitatori a Stovepipe Wells, a Furnace Creek o a Scotty’s Castle, oppure presso i distributori automatici situati in diversi punti del parco.  Il costo per una persona munita di veicolo a quattro ruote è di 20 dollari e vi permetterà di accedere o permanere nel parco per ben sette giorni. Qualora foste in moto, bicicletta o a piedi (il che lo vedo un po’ improbabile) il costo è ridotto a 10$.

Dove alloggiare

All’interno del parco vi sono solo quattro esercizi che provvedono a fornire vitto e alloggio ai visitatori: Furnace Creek Ranch, Furnace Creek Inn, Stovepipe Wells e Panamint Springs Resort. Trattandosi di imprese private e delle uniche all’interno del parco ovviamente i prezzi non saranno tra i più economici, partendo dai 70$ e a salire a seconda del pacchetto, della stagione e del resort. Se interessati fate riferimento ai seguenti siti internet per controllare disponibilità e tariffe:

Furnace Creek Resorthttp://www.furnacecreekresort.com/lodging/

  N.B. Furnace Creek Inn chiuso da metà maggio a metà ottobre

Stovepipe Wells Resorthttp://www.deathvalleyhotels.com/our-hotel/

Panamint Springs Resort: http://www.panamintsprings.com/accommodations/lodging/

All’interno del parco vi sono inoltre una decina di campeggi , non certamente da intendere come i nostri, curati e dotati di ogni servizio, bensì molto più spartani e in alcuni casi fino a prevedere solamente uno spiazzo deserto al sole. Alcuni di questi sono collegati agli stessi resort mentre altri sono gestiti direttamente dall’ente del Parco Nazionale. I prezzi per notte variano da 0 a 32 dollari a seconda dei servizi offerti ma tenete conto che almeno la metà di questi chiude durante il periodo estivo per via delle temperature elevate che comunque non vi permetterebbero di dormire la notte.

Campeggio Death Valley

Fuori dal parco sono invece molte di più le possibilità di alloggio e, a seconda di dove siete diretti o da dove arrivate, vi converrà una località piuttosto che un’altra. Lo stesso centro visitatori vi potrà fornire un elenco di strutture ricettive esterne al parco con relativo numero di telefono ma, non essendoci buona ricezione telefonica in zona e visto il probabile tardo orario di arrivo, vi converrebbe aver prenotato qualcosa ancor prima di essere entrati. Ridgecrest, Baker, Pahrump, Beatty, Lone Pine, Bishop sono i maggiori centri dove trovare alloggio ma anche a Trona, Shoshone, Death Valley Junction potrete incontrare qualcosa: una breve ricerca su internet non potrà che schiarirvi le idee su strutture e prezzi.

Guidare nel Parco

chevy

Finché rimarrete sulle strade asfaltate di problemi dovreste incontrare ben pochi sempre che il vostro veicolo sia in buone condizioni ed abbia il serbatoio del carburante pieno. A tal proposito, da qualunque direzione decidiate di accedere al parco, non dimenticatevi di fermarvi dal benzinaio prima di entrare! All’interno del parco potrete rifornirvi solo presso i principali resort e state pur certi che vi spenneranno!

Soprattutto nel caso in cui stiate viaggiando in estate, quando le temperature raggiungono facilmente i 40° controllate che vi sia abbastanza acqua nel radiatore e, qualora dovesse mancare, fermatevi a riempirlo. In diversi punti del parco si trovano serbatoi dell’acqua non potabile ma utile a questo scopo. Spegnete inoltre l’aria condizionata per affrontare salite ripide, onde evitare che il motore si surriscaldi.

Doveste invece decidere di inoltrarvi su strade non asfaltate sarebbe meglio, prima di farlo, assicurarsi di essere almeno in grado di cambiare una ruota e soprattutto che nel baule vi siano sia la ruota di scorta che gli strumenti per cambiarla! Accertatevi inoltre, in fase di noleggio, che sia prevista una copertura per eventuali danni avvenuti su strade non asfaltate.

Ad ogni modo, sia che prevediate di rimanere all’interno del parco per poche ore sia per più giorni, portate con voi abbondanti scorte d’acqua e cibo a sufficienza per sfamarvi in caso di guasto al vostro veicolo. In estate consigliano di bere fino a 4/5 litri di acqua al giorno.

Cosa vedere

 – Badwater Basin: il punto più basso del Nord America. Un luogo surreale costituito da una vasta pianura salata che si può parzialmente coprire di acqua a seconda delle piogge e quindi della stagione. Nonostante la Valle della Morte sia infatti uno dei luoghi più aridi al mondo, può capitare che la zona sia colpita da forti acquazzoni i quali possono causare inondazioni problematiche per gli spostamenti.

Badwater Basin

Badwater Basin

Devil’s Golf Course: a nord di Badwater una breve strada sterrata conduce al “campo da golf del diavolo”, un terreno selvaggio ricoperto di blocchi di sale dentellati.

Artist’s Drive: un percorso di circa 11 km e a senso unico che si snoda tra coloratissime formazioni di roccia vulcanica e sedimentaria e per questo chiamato il “percorso degli artisti”. Particolarmente pittoresco è il punto noto come Artist’s Palette, la “tavolozza dell’artista”.

Artist's Drive

Artist's Drive

Golden Canyon: da percorrere a piedi, trattasi di un percorso a senso unico che si snoda per 1,6 chilometri attraverso un canyon di rocce colorate. Il punto d’accesso è situato circa 3 km a sud di Furnace Creek sulla Badwater Road. Da evitare durante le ore più calde del giorno e nei mesi estivi.

Zabriskie Point: punto panoramico da cui ammirare uno spettacolare paesaggio composto dai sedimenti di un antico lago prosciugatosi cinque milioni di anni fa ancor prima della formazione della Death Valley nella sua forma attuale la quale avrebbe da 3 a 5 milioni di anni. Il nome Zabriskie deriva da Christian Brevoort Zabriskie, che nei primi anni del XX secolo fu vicepresidente della Pacific Coast Borax Company, famosa per l’estrazione e il trasporto di borace dalle miniere della Death Valley tramite i twenty mule teams, pariglie composte da diciotto muli e due cavalli.

Zabriskie Point

Zabriskie Point

Dante’s View: a quanto pare (io non ci sono arrivata per motivi di tempo) il miglior punto panoramico da cui ammirare la zona di Badwater Basin. Situato ad un’altezza di 1669 metri dista da Furnace Creek una quarantina di chilometri.

Sand Dunes: situate nei pressi di Stovepipe Wells offrono possibilità per brevi e lunghe passeggiate.

Sand Dunes

I percorsi poi sarebbero molti altri ma per questi ci vorrebbe un veicolo 4×4 di cui ovviamente non tutti sono muniti. Una cosa importante da cui iniziare sarebbe comunque dare un’occhiata a una mappa (vedi) del parco e quindi decidere come muoversi considerando sempre la lunghezza delle giornate che varia molto da estate a inverno. Quando sono andata io per esempio, nel mese di novembre, il sole calava alle 17.00 riducendo di molto la durata delle giornate.

Per qualunque informazione comunque fate riferimento al sito ufficiale del parco dove, tra le altre cose, troverete informazioni aggiornate e dettagliate sulle condizioni climatiche nonché sulle fasi lunari. Qualora decideste di dormire all’interno del parco infatti, se il cielo sarà limpido e, ancor meglio, sarà luna nuova, potreste ritrovarvi di fronte ad uno degli spettacoli più belli della vostra vita, ovvero ad un cielo stellato che, come pubblicizzato, “comincia dai vostri piedi!”.

Los Angeles inedita e “proibita”

Los Angeles inedita e “proibita” 448 290 Sonia Sgarella

Parola d’ordine: amazing!

Amazing è la dimensione di Los Angeles, città dove dovrete calcolare almeno mezz’ora per spostarvi tra due punti apparentemente vicini sulla mappa; incredibile l’ampiezza delle strade che anche in pieno centro non si riduce mai a meno di due corsie, per arrivare a otto lungo le arterie principali che la collegano con le altre città dello stato; grandiosa è, non di rado, l’imponenza dei veicoli da strada, accanto ai quali le nostre vetture altro non sembrerebbero che insignificanti giocattolini.

Los Angeles, la patria delle star del cinema e delle ville curatissime, di Malibu, di Bel Air e di Beverly Hills, città dei più ricchi, dei più raffinati, dei più belli e dei più colti d’ America, tutti intenti ad inseguire il proprio sogno. Non importa se questo sia vedere il proprio nome impresso su una stella della Walk of Fame – il sogno di una vita – o solo il sogno di una domenica mattina quale quello di inghiottire 3 strati di pancake il cui diametro equivale a quello di una nostra pizza: ciò che accomuna il sognatore di Los Angeles è la determinazione imperterrita con cui persegue i propri obiettivi, anche a costo di lunghe e pazienti attese.

Los Angeles, la città del divertimento, degli artisti di strada e delle band musicali: come orientarsi, cosa fare, dove andare? Ovviamente non starò a raccontarvi di quelle mete e di quei locali che potrete trovare elencati su qualunque guida turistica: vi parlerò piuttosto di posti nascosti, poco appariscenti dall’esterno, luoghi in cui difficilmente un turista spaesato potrebbe capitare per caso se non ha avuto la fortuna, come me, di conoscerne i proprietari.

Due fratelli gemelli, Mark & Jhonny, che come tanti di quei sognatori angelenos che ce la stanno facendo, stanno cavalcando la cresta dell’onda e, dotati di intraprendente creatività e stile, hanno aperto fino ad ora otto locali notturni, l’ultimo dei quali, un ristorante inaugurato solo un paio di settimane fa.

Luoghi che vi trasporteranno indietro nel tempo, la maggior parte dei quali nei lontani primi decenni del secolo scorso, quando la vendita e la produzione di bevande alcoliche erano illegali in tutti gli Stati Uniti d’America. Era il tempo del proibizionismo e i locali popolari erano noti con il termine di speakeasy, letteralmente “parlare piano”, luoghi a volte nascosti dietro le facciate insospettabili di altri esercizi commerciali che fecero la fortuna di famosi gangster della criminalità organizzata, tra cui anche Al Capone.

Ingressi segreti, arredamenti interni studiati nel minimo dettaglio e nello stile vintage di quel periodo, cocktail di ogni sorta e di qualità e live performance di band provenienti da tutto il paese, nonché spettacoli di burlesque, stimoleranno tutti i vostri sensi e certamente, visto il primo, vi incuriosiranno a tal punto da voler vedere anche gli altri .

Vi consiglierei di cominciare in pieno stile americano anni ’20 e di fare un salto da Butchers and Barbers (6531 Hollywood Blvd – chiuso il lunedì) per provare la delizia del miglior burger in città. Si tratta dell’ultimo progetto di questi due fratelli, aperto appena lo scorso 4 di novembre ma già in piena attività: un ristorante, forse il primo di una lunga serie, che vuole riportare in vita la Hollywood di un tempo, quella di cui purtroppo oggi rimane ben poco, essendo ormai una zona per lo più turistica e pacchiana. Cibo raffinato ma senza troppi fronzoli, vino o birra, prezzi forse un pochino sopra la media ma in generale un ottimo compromesso dove iniziare la vostra serata in un ambiente curato con stile.

Butchers and Barbers

Butchers and Barbers

Se il programma prevede qualche evento, potrete poi semplicemente spostarvi al piano di sotto, nel seminterrato dello stesso edificio, ed accedere alle sale poco illuminate del Dirty Laundry (1725 N. Hudson Ave – chiuso il lunedì), un covo di angoli affascinanti in quello che si dice essere stato lo speakeasy privato di Rodolfo Valentino, dove l’attore del cinema muto hollywoodiano degli anni ’20 – nonché uno dei primi sex symbol destinato al culto di massa – passava le sue serate in compagnia delle amanti preferite. Non sarà dunque così immediato capire dove si trovi l’entrata di questo locale, il cui nome prende ispirazione dal sistema di contrabbando delle bevande alcoliche attraverso i cesti della biancheria sporca: da nessuna parte troverete infatti un’insegna che ve lo indichi ma aspettate dopo le 22 e sarà la folla di frequentatori a condurvi all’interno, oltre la “porta segreta”. Così come in tutti gli altri locali, anche qui l’arredamento rende omaggio alla storia del luogo con pannelli in legno scuro e librerie, sedute in pelle, mattoni a vista e una serie di dettagli che cattureranno la vostra attenzione. Con Dj set o musica dal vivo, ogni serata avrà un suo perché.

Dirty Laundry

Dirty Laundry

Spostiamoci ora di pochi metri, al 1727 di Hudson Ave, e torniamo ai primi anni del ‘900, in una casa vittoriana magnificamente restaurata e che è stata sede negli anni di vari ristoranti e di un hotel, l’Hotel Juniper, di cui si intravede ancora l’insegna. Siamo al No Vacancy, al cui interno si accede sorprendentemente attraverso la camera da letto: non appena lo strano tizio che si occupa della selezione all’ingresso vi darà il permesso di entrare dovrete infatti salire le scale e lungo un corridoio stretto vi troverete di fronte a tre porte. Siete da soli e nessuno vi ha dato indicazioni: fate dunque la vostra scelta e un passo avanti. Non stupitevi ora se una donna in lingerie vi inviterà ad entrare…è proprio qui comincia il bello: mentre voi rimarrete li in piedi, imbambolati a guardarla e sorridendo per l’imbarazzo, lei vi darà alcune istruzioni riguardo al locale fino a quando magicamente il letto su cui sta seduta si sposterà lungo il pavimento per rivelare la scalinata che vi porterà al piano di sotto, all’interno del locale. Ditemi voi se questo non è amazing! Un arredamento curato in modo superbo, tutto in legno e velluto rosso all’interno mentre all’esterno, in un patio decorato con bellissimi caminetti, potrete assistere alle performance dei trapezisti proprio sopra la vostra testa! Chiuso la domenica e il lunedì.

No Vacancy

No Vacancy

Attraversate ora Hollywood Blvd e giù per Wilcox Ave, girate a sinistra su Selma Ave dove al 6429 troverete Piano Bar, inaugurato nel 2009. Un locale semplice, di poche pretese ma dove potrete ascoltare dell’ottima musica dal vivo, a volte Blues, a volte Country, a volte Jazz etc. Tenetevi aggiornati sulla pagina Facebook “The Piano Bar”.

Piano Bar

Piano Bar

Facciamo ora un altro salto temporale per tornare ai mitici anni ’70 di Good Times at Davey Wayne’s (1611 N El Centro Ave). L’ingresso questa volta si trova nel garage e pensate…dietro la porta del frigorifero! Anche qui l’attenzione per i dettagli è veramente impressionante: appendini con vecchi abiti vintage, divani in ciniglia color giallo mostarda o scozzesi verde marcio, lattine e vinili esposti in vetrina, oggetti di ogni sorta e una roulotte che serve da bar nel patio esterno. Sedetevi in salotto, godetevi il vostro tempo e aspettate che la band cominci a suonare! Chiuso la domenica.

Good Times at Davey Wayne's

Good Times at Davey Wayne’s

Un po’ spostato ma sempre su Hollywood Blvd al numero 5221 – nella cosiddetta Thai Town – Harvard and Stone è un’altro locale dove potrete ascoltare dell’ottima musica, soprattutto Blues e Rock-n-Roll, in un ambiente caratterizzato da luce soffusa, pareti scrostate, ferro battuto, pannelli di legno, come se foste finiti nel tunnel sotterraneo di una miniera o in un capannone industriale e un grande bar dove, se siete amanti dei cocktail, potrete provarne alcuni studiati da un cosiddetto devoto mixologist, ovvero da chi se ne intende!

Harvard and Stone

Harvard and Stone

Penultimo nella lista ma non da meno è La Descarga che troverete al 1159 di N Western Ave, a dieci minuti di macchina da Hollywood Blvd. Salite al piano di sopra e attraverso l’armadio, giù dalla scala a chiocciola verrete catapultati in questo speakeasy stile Havana che serve cocktail a base di rum e offre spettacoli burlesque dal martedì al sabato. Il dress code prevede “abbigliamento da cocktail”. Chiuso la domenica.

La Descarga

La Descarga

Ed eccoci quindi giunti all’ultimo della lista, Pour Vous (5574 Melrose Ave, chiuso la domenica), un vero e proprio salotto in stile parigino dove ancora una volta potrete assistere a spettacoli di burlesque ed ascoltare il meglio della musica Jazz.

Se siete in zona dunque non perdetevi assolutamente neanche uno di questi locali, a cui -a breve – se ne aggiungeranno molti altri. Mark & Jhonny hanno infatti in mente ancora un sacco di progetti tra cui delle camere d’hotel arredate da loro personalmente il che, viste le altre creazioni, sarà sicuramente una garanzia!

Rimanete aggiornati…gli Houston Brothers ne pensano una più del diavolo!

Proseguendo nella navigazione del sito si accettano l'informativa privacy e l'installazione dei cookies utilizzati per migliorare l'esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni leggere l'informativa completa alla pagina Privacy Policy.
Privacy Policy